A volte è la presunzione a dettare le trame di un gioco dove il confine che separa il bene dal male è sottilissimo, così come vincere o perdere, vivere o morire.

In un costante braccio di ferro tra sapere e pensare di sapere, dove l'interesse personale viene al di sopra di tutto, dove la colpa è sempre degli altri, in una continua rincorsa all'apparire, dove l'essere è prima mascherato dalle parole e poi smascherato dai fatti.
In un insieme di situazioni che mutano, dove ogni cosa deve andare per il meglio, dove cuore e anima devono essere un'unica cosa, in un percorso che bene o male bisogna fare insieme, avere l'umiltà di ammettere i propri errori può cambiare l'inerzia di questa Vita.
Ed è per questo che entrare in simbiosi con gli altri diventa una soluzione non trascurabile, in un percorso di Vita dove l'unione fa la forza, dove c'è sempre uno migliore di te, in una dinamica dove nulla è scontato, considerando che se va male il testo risulta stonato, ma se va bene il tutto può sembrare come l'ultimo dei mohicani in versione remix, dove basta chiudere gli occhi per viaggiare e sentirsi forte, con l'adrenalina a palla, con il cuore che batte forte come i bassi della canzone, ed è proprio in quel momento che entri in sintonia con l'Universo, uno stato emozionale così alto che hai il piacere di vivere e rivivere, secondo per secondo, attimo dopo attimo, a lume di candela, occupando solo 2 posti: tu da un lato, l'universo dall'altro.
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