Sembra ieri quando andavo al campetto a giocare spensierato, momenti di piacere che porterò per sempre nel mio cuore come i più bei ricordi. Con affetto mi vengono in mente tutti gli amici che hanno condiviso con me le tante gioie vissute in quel frangente di Vita.
Eravamo una bella gioventù dove il rispetto per il prossimo non mancava mai. Eravamo liberi di giocare ma schiavi di una rigida disciplina impartita da un ambiente che t'insegnava prima a vivere e poi fare tutto il resto.
E' stato un grande passato ma troppo breve per essere vissuto a pieno. Mare e sole hanno accompagnato i miei primi 20 anni, una terra così bella che non pensavo di lasciare. Non era solo il calore della gente a rendermi felice, ma un mix di cose che difficilmente si possono spiegare attraverso un racconto, bisognerebbe viverle.
In quegli anni provavo la gioia di sentirmi a casa, ed anche se per qualcuno poteva essere una cosa banale, per me non lo era affatto. Il piacere di dormire nel mio letto superava qualsiasi ambizione, e ad ogni occasione che mi prospettava un futuro lontano da casa pensavo se ne valesse veramente la pena.
Erano gli ultimi anni di spensieratezza, ho lasciato il paese il 10 gennaio del 2005, avevo 21 anni, 8 mesi e 15 giorni. Dopo 12 anni lontano da casa e innumerevoli riflessioni ho capito che no ne valeva la pena, ma soprattutto, quando hai dubbi, perplessità o varie ed eventuali, l'unica cosa che puoi fare è ascoltare il tuo cuore.