Il calciatore della Fiorentina se n'è andato nel sonno, in silenzio, come se non volesse disturbare quella platea di persone schierate un po' di qua e un po' di là, virtualmente online come un wi-fi sempre attivo.
Il capitano della Viola non c'è più, il suo giovane cuore si è fermato per sempre, e con lui un intero paese, anche se solo per 24 ore.
Una solidarietà trasversale, da nord a sud, da est ad ovest, tutti sotto shock per quanto successo oggi a Udine.
È facile dirlo adesso, ma Davide Astori era un capitano vero e prima di essere un grande calciatore era un grande uomo.
Unanime il cordoglio di tutti: la morte di Davide ci fa capire quanto siamo piccoli di fronte alla severità della Vita e alla sua grandezza.
Oggi siamo tutti sconvolti e forse anche più buoni. Di solito la morte unisce, scalfisce i cuori più duri e ci rende tutti uguali.

Oggi, 4 marzo 2018 siamo tutti un po' Davide, o meglio, amici di Davide, domani torneremo ad essere quelli di sempre, vittime del nostro ego, diversi come i nostri caratteri, diffidenti come i nostri cuori, megalomani, ambigui, arrivisti, tuttologi.
Domani sicuramente sarà diverso, ma sarebbe bene ricordare, che storie come quella di Davide Astori ci sono tutti i giorni, e se questo è un motivo per essere uniti e solidali, beh iniziamo ad esserlo, anche perché in fin dei conti, oltre al rispetto e alla benevolenza reciproca, di questa Vita rimane ben poco.
Ciao Davide